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NO - I giorni dell'arcobaleno - Recensione

09/05/2013 | Recensioni |
NO - I giorni dell'arcobaleno - Recensione

Il 36enne Pablo Larrain ci racconta uno degli spaccati più delicati di una nazione, descrivendo con una sobrietà e bellezza uniche, il percorso cruciale del dittatore Pinochet in Cile nel suo NO- I giorni dell'arcobaleno. Decide di farlo con la caratterizzazione della sua regia, scarna, essenziale, affiancata da una fotografia realistica, descrivendo quando nel 1988 il momento in cui il dittatore decise di indire un referendum che abolisse la nomina automatica del generale a capo dello stato. Non è un documentario NO, ma bensì un racconto meraviglioso, di chi preparò per settimane la campagna televisiva di un quarto d'ora giornaliero a favore del NO, reinventando l'uso della comunicazione e di libertà di pensiero. Se si pensa al momento in cui la storia viene raccontata, si può dare uno sguardo in certo senso pionieristico alla cosa, quando ancora non si era letteralmente bombardati dei mass media, ma si può assistere alla nascita delle agenzia pubblicitarie e al fascino della cosa con un certo piacere. Il protagonista della storia è l'attore Gael Garcia Bernal, un vivace e ambizioso pubblicitario che decide di buttarsi nell'impresa di promuovere il No, combattendo con i retrogradi esponenti dei partiti opposti che non riescono a capire l'importanza della nuova comunicazione e della pubblicità televisiva, con accanto una moglie estremamente appassionata di politica on la quale scontrarsi e confrontarsi. La chiave vincente di questo film è proprio la contrapposizione che gioca la vita privata del giovane protagonista con l'incredibile contesto sociale, attraverso lo sguardo soggettivo del pubblicitario viene analizzata la società e il momento storico cileno in maniera oggettiva. Non stupisce che NO abbia vinto la Quinzaine des realisateurs a Cannes nel 2012 e che sia stato scelto come miglior film straniero nelle nomination agli Oscar, è una pellicola che non trascura nulla, ironia e sagacia dei nostri tempi, contraddizioni e sogni.

Sonia Serafini

 


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